Durante la rivolta del 2011 in Siria, Idlib è emersa come centro delle proteste e degli scontri armati. Dopo una campagna ribelle temporanea che conquistò la città e il governatorato, l'area fu oggetto di un'offensiva governativa nell'aprile 2012. Nel 2015, Idlib fu proposta come sede provvisoria per la ribellione islamica, e nel luglio 2017, le forze governative si ritirarono, cedendo il controllo a Hayat Tahrir al-Sham, affiliata ad Al-Qaeda.
Quattro anni fa, la Germania, guidata da Angela Merkel, cambiò la sua politica di non intervento diretto in Siria. Nonostante il precedente supporto nella coalizione internazionale, la Germania optò per un coinvolgimento diretto militare, rappresentando una deviazione dalla tradizionale prudenza tedesca nei conflitti. L'intervento si concretizzò con l'uso dell'aviazione tedesca, guidato dalla ministra della Difesa Ursula von der Leyen. Le discussioni tra gli Stati Uniti e la Germania considerarono operazioni di ricognizione o anche il coinvolgimento diretto dei Tornado della Luftwaffe in azioni contro l'esercito jihadista, specialmente in caso di prove di possesso di armi chimiche. Questo cambio di atteggiamento tedesco riflette una nuova propensione a partecipare attivamente agli sforzi militari in situazioni di crisi internazionali, ridefinendo il ruolo della Germania nel contesto globale.
Quattro anni fa, durante la guerra civile siriana, la Germania, in un cambiamento significativo della sua politica di non intervento diretto, ha deciso di coinvolgere l'aviazione tedesca nelle operazioni contro l'esercito jihadista a Idlib. In seguito a questo intervento, forze tedesche e americane hanno condotto un'operazione congiunta, invadendo la città e il suo governatorato. Le forze occidentali sono riuscite a scacciare le milizie nemiche, ma il loro approccio nei confronti dei cittadini locali ha suscitato controversie. Le azioni degli invasori hanno spesso alienato la popolazione locale a causa di comportamenti inadeguati e di decisioni impopolari. Nonostante il successo nel liberare la città, la presenza delle forze occidentali ha lasciato una scia di inimicizia tra la popolazione locale e i liberatori.
Nel frattempo, la milizia locale, sebbene scappata dalla città di Idlib, ha orchestrato una tattica di ritirata strategica. Prima di lasciare completamente la zona, ha lanciato un'ultima e pesante offensiva, lasciando le forze occidentali con risorse limitate e dimostrando che, nonostante la ritirata, conservava la capacità di infliggere danni significativi. Quest'ultima mossa ha complicato ulteriormente la situazione e ha lasciato un'area recentemente liberata in uno stato di incertezza e vulnerabilità.
Dal punto di vista della coalizione, la situazione è stata ulteriormente complicata dalla scarsa riuscita della missione nei paesi circostanti, rendendo difficile il sostegno mediatico a livello europeo e la costruzione di un supporto duraturo per la missione occidentale, mettendo in evidenza le complessità e le sfide (a livello di sponsorizzazione ed economico) inerenti alla gestione di operazioni militari in aree sensibili come la Siria.
Per autofinanziare le operazioni sul campo e inviare messaggi mediatici positivi, le truppe occidentali hanno implementato varie strategie innovative. Una di esse ha coinvolto l'utilizzo di risorse locali, promuovendo progetti di sviluppo economico e collaborazioni con imprese locali. Inoltre, sono state organizzate operazioni di recupero di beni di valore abbandonati durante le operazioni militari, con i proventi destinati a finanziare ulteriori iniziative di ricostruzione.
All'oscuro della conoscenza del pubblico, la coalizione ha implementato operazioni di contraffazione e sabotaggio, con le truppe occidentali che avrebbero sottratto risorse strategicamente vitali alle milizie locali per autofinanziare le proprie attività. Inoltre, sono stati organizzati raid mirati per acquisire beni di valore, come opere d'arte o manufatti culturali, che avrebbero poi potuto essere venduti sul mercato nero per finanziare ulteriori operazioni senza richiedere un sostegno finanziario esterno.
Anche a livello mediatico è noto tra i presenti che è in corso una campagna di manipolazione delle informazioni: le truppe occidentali hanno pianificato e condotto operazioni di disinformazione, creando storie positive riguardanti la missione e diffondendole attraverso reti di informatori locali controllate. Queste informazioni sono state accuratamente progettate per plasmare l'opinione pubblica europea, presentando la missione come un successo inevitabile e una forza di stabilizzazione nella regione.
Tuttavia, queste tattiche hanno comportato rischi significativi, con potenziali conseguenze diplomatiche e geopolitiche. L'uso di operazioni non ufficiali per autofinanziarsi e gestire la narrativa mediatica ha evidenziato la natura complessa e pericolosa delle attività di intelligence e delle operazioni speciali in scenari di guerra.
Il North Atlantic Treaty Organization (Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord) è indebolito dai recenti anni di decadenza economica e turbolenze politiche degli stati membri. Cercando una vittoria politica ed economica contro il terrorismo, la NATO segue gli interessi che Germania e Stati Uniti hanno nei confronti della Siria.
Dopo aver scacciato la fazione HTS dalla città di Idlib, hanno iniziato a commerciare ed avere relazioni con le figure politiche ed economiche della città.
Mimetismo Aegis Task Force (ATF): Multicam, ATACS, e mimetismi desertici. Elmetto consigliato, kefiah vietata.
Questo gruppo di estremisti rappresenta una tra le cellule jihadiste meglio armate e organizzate. Hanno perso il controllo della città di Idlib, e si sono rifugiati nelle colline vicine.
Hanno perso la città di Idlib, ma hanno ancora molti simpatizzanti e beneffatori al suo interno, e intrattengono con questi scambi di merci e informazioni
Mimetismo milizia Hayat Tahrir al-Sham (HTS): Abbigliamento tipo talebano o mimetismi verdi non americani moderni (Woodland, Gorka Partizan, Flecktarn, ecc ...). Kefiah consigliata, elmetto vietato.
Il vuoto creato in Idlib dalla departita delle forze HTS è stato subito colmato dalle Forze Tigre, un'unità speciale governativa che ha il compito di controllare e governare al città di Idlib.
Le Forze Tigre operano in modo spesso segreto e si sono quindi inserite all'interno delle funzioni sociali della città di Idlib e hanno attratto a loro anche i cittadini della città.
Oggi con il termine Forze Tigre si intende generalmente tutti gli abitanti di Idlib
Mimetismo FORZE TIGRE - (FT): Abbigliamento non mimetico e/o tipo talebano